Teatro
(Dedicata a Gabriele)
Io non voglio essere marionetta nè burattinaio
Sono l'artefice della mia vita
e sta a me creare il mio cammino
Ma quel miserabile di un volgo
che voterebbe l’anima al diavolo
pur di apparire come ciò che non è!
E tu, che ti metti quel metallo
bianco opaco addosso
pensi di nasconderti bene, vero?
E tu supplisci ogni martirio
ma è nell'anonimato
che hai l'armatura più resistente
Non vivete che l'atto più scuro
Ma io voglio ogni riga, lettera
e parola da respirare
Ma quell'infimo di un popolo
che venderebbe il proprio sangue
pur di vedere i sogni!
E tu che ti pavoneggi,
quando l'ostentazione della propria virtù
è la mancanza della virtù stessa
E a te ti piace essere un altro, no?
Mettere quella maschera ti fa' sentire potente
poichè solo i deboli hanno un volto
I versi scritti di mio pugno
sono quelli che canteranno la mia vita
e i miei passi risuoneranno sulla mia via
E adesso tu sai
che l’avere e l’apparire
è per gli stolti
e l’essere e il sapere
per i colti.
Cripticamente, Gigi Proietti, una volta disse: "Viva il teatro, dove tutto è finto e niente è falso."
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