giovedì 15 ottobre 2009

Musa di Nessuno

Questa canzone mi piace davvero un sacco; più per il testo che per la musica.
Sarebbe bello essere la musa che ispira e rapisce, che incanta e tormenta l'animo di chi scrive note per te.
A tutte le donne che sono Muse di Nessuno (tanto per citare un altro gruppo italiano ^_____^)




Musa - Marlene Kuntz

E' una questione di qualità:
la tua presenza,
rassicurante e ipnotica
mi affascina
e gioca col mio senno
e ne lascia ben poche briciole.

E io amo darlo a te,
o amabile
custode degli sguardi che
ti dedico
fra lo sragionamento e l'estasi
degli amplessi magnifici.

Perchè tu sai come farmi uscire da me,
dalla gabbia dorata della mia lucidità;
e non voglio sapere quando, come e perchè
questa meraviglia alla sua fine arriverà.
(x 2)

(Musa: ispirami
Musa: proteggimi
Ogni ora)

Mi strega e mi rapisce
la tua giovane
saggezza incomparabile
che ossequirò
e l'eleganza di ogni tua
intenzione è incantevole.

E quando ti congiungi a me
sai essere
deliziosamente spinta
e indocile,
coltivando le tue bramosie
sulle mie avidità.

Perchè tu sai come farmi uscire da me,
dalla gabbia dorata della mia lucidità;
non voglio sapere quando, come e perchè
questa meraviglia alla sua fine arriverà.
(x 2)

Perchè tu sai come prenderti il bello di me
mettendo a riposo la mia irritabilità;
Non voglio sapere come riesci e perchè.
E' una meraviglia, e finchè dura ne godremo insieme.
Insieme
Insieme
Ne godremo insieme

(Musa: ispirami
Musa: proteggimi
Musa: conducimi
Musa: adorami
Musa: noi ne godremo insieme)

Voglio aver bisogno di te come di acqua confortevole.
Vuoi aver bisogno di me? Troverai terreno fertile.

Affilata come la Linearità

"A parità di fattori la spiegazione più semplice tende ad essere quella esatta"
Già, è sempre tutto più semplice di ciò che pensiamo. Il rasoio di Ockham non è solo un principio che indica il metodo, ma è anche una verità che il più delle volte ci sfugge.
Siamo noi a complicarci la vita, per il puro gusto di farlo. Parla una che deve distruggere ogni relazione che mette in piedi, e che qualsiasi cosa inizia già fa' schifo per il solo fatto che è lei a farla. Pensa te, direte voi. Ma è così, e ci complichiamo la vita nei modi peggiori anche nelle più piccole cose. Ci affligiamo quando non dovremmo, ci guardiamo allo specchio ed ingrandiamo a dismisura quelle uniche tre cose che non ci piacciono, possano essere persino i lobi dell'orecchio o il secondo dito del piede, ci demoralizziamo per le cose più sciocche e finiamo col rovinarci il gioco da soli. Ma non è questo il punto.
Tendiamo, in breve, a voler complicare ogni cosa, non ci piacciono le cose se non sono ingarbugliate come desideriamo noi, bizzarri esseri umani. Questo non solo nei problemi, oh no. Oltre a volere problemi contorni, intricati, stressanti ed odiosi (forse a te non sembra di volerli, ed ogni volta che ti capitano ti chiedi "perchè proprio a me?" ma è così: incosciamente li vogliamo tutti) le spiegazioni, gli scioglimenti di questi problemi devono essere complicati anch'essi. Non ci divertiremmo abbastanza, vi pare?! Già, perchè come ho detto prima, anche se non lo pensiamo, in realtà i problemi più strani e snervanti è come se ce li andassimo a cercare. Ci piacciono troppo; senza complicazioni, piagnistei vari, difficoltà e rogne quanto sarebbe noiosa la vita! Tutto il tempo a non far niente e a divertirsi spensieratamente. Che barba! Ma fatemi il piacere. Il nostro problema, penso dell' Uomo in generale, è che non riusciamo a farne a meno.
E' come una dose di droga giornaliera; dobbiamo averne sempre di più. Più seccature, più preoccupazioni, ancora di più, più difficoltà. Ed ecco che arrivano le ulcere gastriche! Un videogioco da cui siamo dipendenti: andiamo avanti di livello in livello e non ci conquista se non salgono anche le difficoltà. Di conseguenza anche le soluzioni, l'espediente per uscirne. Invece di una schematizzazione lineare e semplice, usiamo solamente schemi contorti in cui non riusciamo a fare a meno di cadere. Una trappola fatta di incognite, varianti, enigmi e interrogativi. Un po' come la matematica applicata. E' una malattia cronica che non possiamo estirpare dalla nostra vita; senza sarebbe tutto più semplice..
Come dice Ockham, poi, la spiegazione più semplice non è solo quella che ci complicherebbe meno la vita, ma è anche, a parità di fattori, quella che tende a essere esatta. Certo, non c'è da fidarsi delle statistiche perchè come diceva Bukowski "un uomo con i piedi nel congelatore e la testa nel forno acceso STATISTICAMENTE ha una temperatura media". Neanche lui nutriva tanta fiducia. E' pur sempre vero che le probabilità sono alte, e a volte le chiare, semplici, accessibili soluzioni ai problemi che affannano il nostro quotidiano sono le migliori.





Leonardo Sciascia scrisse: "Che a vederle, le cose si semplificano: e noi abbiamo invece bisogno di complicarle, di farne complicate analisi, di trovarne complicate cause, ragioni, giustificazioni. Ed ecco che a vederle non ne hanno più; e a soffrirle, ancora di meno."